Parrocchia di San Pietro di Legnago
Madonna

Madonna

lato chiesa Si narra che attorno al VII secolo, la figlia di una cieca pascolando le oche vicino al fossato di S.Pietro vide una maestosa Signora con la testa al sole, i piedi su un ramoscello di sambuco, la quale mandò a chiamare la mamma della bambina perché le portasse una stuoia per ripararsi dai raggi. Accorse la cieca e vide. In memoria del prodigio fu eretto un muro e su questo dipinta la Madonna della Misericordia. Alla fine del Medioevo “diventa” la Madonna dei flagellanti.
Nel 1600 la cripta dov’era custodita la Madonna venne completamente interrata, ma la devozione e le grazie si susseguirono ugualmente tant’è che esistono ancora treex voto del 1700. Nel 1885 la cripta viene risistemata e due giovani tentando di pulire l’affresco lo rovinarono. Nel 1903 Don Trecca parla di una immagine sbiadita e deturpata, che fece restaurare. È a questo punto che verosimilmente si perdono per sempre le ultime tracce dell’affresco originale. Nel 1927 il Parroco don Giovanni Bertasi è costretto a ricorrere ad un nuovo restauro e affida a Raffaello Brenzoni (perito giudiziario della corte d’appello veneta) l’incarico. Questo intervento non fu meno devastante degli altri, l’immagine cominciò subito a sgretolarsi, e in un intervento successivo, nel 1953, l’affresco andò letteralmente in frantumi (test. Dario Carli). Don Dario Cordioli fece allora dipingere una nuova immagine.

Fatto con colori e materiali di ripiego il dipinto in stile naif non ha resistito molto all’umidità della cripta e nel 2001 il Parroco Don Renzo Piccinato affida ai pittori Barbara Lovato e Charlie, l’incarico di far rivivere la tanto venerata Madonna di S. Salvaro. Il dipinto (cm. 186 x 91) è ultimato in agosto del 2001. Pur usando tutte le conoscenze a disposizione non è stato trascurato nessun segno della devozione tramandata nei secoli. Ecco allora riapparire la bella Signora con la testa al sole, una stuoia che le copre il capo, mentre guarda i fedeli ovunque essi si trovino. Sotto al proprio manto protegge i quattro flagellanti penitenti e sullo sfondo s’intravedono il sambuco, il fossato e la bambina che pascola le oche, scorcio che ci rimanda indietro di oltre 1300 anni.

Maria, donna del fiat,
dell’obbedienza attiva e responsabile,
donna che proclama Dio liberatore degli afflitti,
donna che dai al mondo il figlio di Dio
ed esorti a “fare quello che ci dirà”;
che ascolti la Parola e la custodisci,
forte sul Calvario, perseverante nella preghiera;
assunta alla gloria celeste
e segno di Speranza per tutti noi;
Madre degli uomini, della Chiesa,
del popolo di Verona;
guidaci sempre,
nel nostro pellegrinaggio terreno,
sulle strade dell’unità, della giustizia, della pace;
insegnaci ad amare, adorare, servire Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno,
per meritare il premio promesso
ai suoi servi fedeli.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.